di Enrico Masi, Italia-Francia, durata 81′
Shelter è la storia di Pepsi, militante transessuale nata nel Sud delle Filippine in un’isola di fede musulmana. Dal Mindanao alla giungla di Calais, Pepsi rincorre il riconoscimento di un diritto universale, vivendo l’odissea dell’accoglienza in Europa. Pepsi è un individuo in transizione alla ricerca di un impiego stabile come badante, dopo aver lavorato per oltre 10 anni nella Libia di Gheddafi come infermiera, prima di essere costretta a seguire il flusso dei rifugiati. Il suo racconto fuoricampo è una parabola post-coloniale, in cui la geografia europea si mischia al dramma emotivo. Il suo vagare ricorda l’antico mito d’Europa, secondo cui una giovane venne rapita e sedotta da Giove, nelle sembianze di un toro, portandola in un’isola del Mediterraneo da cui avrebbe dato il nome al continente.
Conosciuto anche come Farewell to Edén, questo film documentario è stato prodotto fra Sardegna, Emilia, Liguira, le Alpi Marittime e Parigi. Strutturato come una narrazione onirica, Shelter rappresenta il capitolo finale di una trilogia iniziata nel 2012, dedicata all’impatto dei Mega Eventi. Questa è una storia post-coloniale dove i temi centrali sono l’identità, le frontiere, il paesaggio e il corpo in transizione. Nel film c’è un collegamento mitologico alla storia di Europa, consorte di Zeus, ma anche di Giovanna d’Arco, entrambe in prospettiva moderna.
Shelter si rivolge al pubblico come un intimo diario, nel quale il dramma personale si riflette all’interno di paesaggi naturali e suburbani.
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Documentario disponibile online da domenica 8 ore 21:00 a martedì 10 novembre ore 24:00 su festivalscope.com/
Accesso limitato a 400 posti virtuali
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Diretta Facebook: Workshop di regia con Enrico Masi
Martedì 10 novembre ore 16.00
“Fare ricerca sociale e raccontare il reale con l’audiovisivo”
Il cinema nasce documentario. Per questo ancora oggi le sperimentazioni più significative avvengono veicolate da questa forma. La concezione di reale si è modificata in parallelo alla storia del cinema. Nel corso degli studi condotti sulla trasformazione dei contesti metropolitani di Berlino, Londra, Rio de Janeiro e in generale dell’ambiente urbano a contatto con il Mega Evento, ho potuto sviluppare un approccio visuale utile a questa indagine. La sintesi tra etnografia partecipata, psico-geografia, antropologia e sociologia visuale ha permesso a questo approccio di trovare dei punti di riferimento nella storia del cinema d’impegno civile, poi definito di osservazione, fino all’affermarsi di un linguaggio in cui il documentario diventa oggetto di pura creazione. Superando una barriera dialettica e un limite settoriale tra fiction e non-fiction, il presente workshop cerca di identificare questa linea spartiacque, dove il “Reale” si afferma come oggetto da pedinare e riprendere, eterno magma di contraddizione, opportunità di incontro per gli studi culturali e urbani, campo di analisi per la comprensione del presente.