Siamo a Epinay-sur-Seine, un tipico quartiere popolare in periferia di Parigi, dove vive una densa popolazione di immigrati; un quartiere che per poco non si è infiammato durante le sommosse urbane che hanno dilagato in Francia l’anno scorso. E’ qui che la regista segue, per quasi quattro anni, la vita che si svolgenel negozio di alimentari di Ali, unico luogo di incontro, quasi di rifugio, rimasto per gli abitanti di questa zona lasciata all’abbandono.
Ne risulta un film-diario pieno di umanità ma anche sorprendentemente politico per come solleva delle domande cruciali sulla pianificazione urbana e sulla necessità che continuino ad esistere luoghi di aggregazione nelle periferie.